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Padre R.T. Calmel, op (1914-1975)

 

Preambolo (a cura della Redazione)

Con la citazione della seguente riflessione di p. R. T. Calmel, domenicano, intendiamo stigmatizzare quale sia l’accezione più vera secondo cui intendere l'”azione”. Ogni Cavaliere deve dunque ben conoscerla, per poterla poi realizzare al meglio con la propria condotta.

Lungi dal costituirsi quale atto “volontaristico”, il che la rinchiuderebbe nella limitante sfera del soggettivo e quindi dell’egoico, con una certa quale paradossalità la vera azione viene attuata solo in virtù di un abbandono. In altre parole, il vero Cavaliere persegue un’azione la quale si oggettivizza, “lasciando essere” solo ciò che Dio vuole.

A sua volta, tale abbandono non va confuso col quietismo: ulteriore forma di soggettività egoica. La guerra contro il male è pertanto un dovere, che va tuttavia eseguito solo rinunciando a sé stessi ed immergendosi, così purificati, nella luce della Verità della nostra Fede.

Tutti gli altri casi non sono altro che ideologismi.

 

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Tutta la condotta di santa Giovanna d’Arco mostra che ella ha pensato così: “Certo, è Dio che lo permette; ma ciò che Dio vuole, almeno finché mi resterà un esercito, è che io faccia una buona battaglia e giustizia cristiana”.

Poi fu bruciata […].

Rimettersi alla grazia di Dio non significa non far nulla. Significa invece fare, rimanendo nell’amore, tutto ciò che è in nostro potere […]. A chi non abbia meditato sulle giuste insurrezioni della storia, come la guerra dei Maccabei, le cavalcate di santa Giovanna d’Arco, la spedizione di Giovanni d’Austria, la rivolta di Budapest, a chiunque non sia entrato in sintonia con le nobili resistenze della storia […] io rifiuto il diritto di parlare di abbandono cristiano […] l’abbandono non consiste nel dire: Dio non vuole la crociata, lasciamo fare ai Mori. Questa è la voce della pigrizia.

[…] Il dilemma che si pone a tutti non è di scegliere tra l’obbedienza e la fede, ma tra l’obbedienza della fede e la collaborazione con la distruzione della fede.

padre R. Th. Calmel O.P., Teologia della Storia