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+INRI+ Il Mistero del Regno (di Attilio Mordini)

 

Autore: Attilio Mordini –

(a cura di) Maria Camici, Alberto Castaldini –

Editore: Cantagalli, Siena 2021 –

 

Ultima fatica dello scrittore e teologo Attilio Mordini (1923-1966), questa opera fu a lungo ritenuta perduta dopo la prematura ed improvvisa morte di questi. Tuttavia, per “provvidenziale” intervento, non solo nel corso degli anni essa è stata sottratta al completo smarrimento, ma di recente se ne è pure realizzata la postuma e tanto attesa, nonché quasi ormai insperata, pubblicazione: meritevolmente curata da Maria Camici e Alberto Castaldini per i tipi delle Edizioni Cantagalli (Siena, aprile 2021).

Né poteva accadere diversamente – se si voglia leggere il tutto alla luce di un inopinato disegno divino – trattandosi di un lavoro dal carattere profondamente ispirato, mistico-profetico, come è nella migliore produzione di Mordini.

Che il libro non obbedisca, per sua natura e nei riferimenti dei propri contenuti, a contestualizzazioni riconducibili al semplice fortuito caso quanto piuttosto a stringenti dinamiche meta-umane di carattere escatologico, già lo constatiamo anche solo nella contingenza. Infatti, la sua lunga e tormentata redazione dattiloscritta venne ultimata dall’autore, dopo tredici anni, proprio in corrispondenza del settecentenario della nascita dell’amatissimo Dante (1965); mentre la stampa vede a sua volta oggi la luce nel settecentenario della morte del Vate stesso (2021). E ricordiamo come per Mordini-cavaliere-ghibellino (tale egli si considerava) Dante rimanga emblematicamente non solo il massimo dei poeti, ma anche l’ispiratore dottrinale, politico-teologico più determinante ed imprescindibile; colui il cui pensiero meglio integrerà il suo cammino d’ascesi già saldamente fondato su preghiera, studio delle Scritture e opportune letture.

Avvalendosi di sorprendenti intuizioni e di originali evocazioni metaforiche, così come di audaci percorsi interpretativi anagogici e di sottili letture simboliche, Mordini innanzitutto indica l’Impero di Roma ed il suo sacro Jus quale fattore unico e indispensabile che ha reso possibile ed ha attualizzato quel che egli definisce l’“innesto delle nazioni nel solco della Crocefissione” in vista della Redenzione universale.

L’interrogativo chiave di A. Mordini, inoltre, che non solo esemplifica il senso di tutta l’opera, ma, trattandosi di testo escatologico, focalizza altresì il senso dell’essere umano allorché inteso nella sua integralità e alla luce della sua appartenenza al Mistero di Cristo, è il seguente: «Come deve affermarsi il Regno di Dio sul nostro mondo civile? […] Ancora oggi si ripropone attualissimo il problema della distinzione, sia pure in modo diverso che non al tramonto del Medioevo, tra potere civile e autorità spirituale; e si ripropone al tempo stesso, come è inevitabile, la ricerca di un punto vivo su cui l’uno e l’altra possano incontrarsi; affinché l’uomo, cittadino e al tempo stesso coscienza assetata di verità, possa restare integro, non soltanto per sopravvivere, ma addirittura per vivere di vita eterna».

La risposta teologico-politica, che l’Autore sostiene, è univoca: l’umanità cristiana deve orientarsi «verso il porsi di quelle condizioni concrete che saranno occasione e possibilità alla manifestazione palese della Redenzione già adempiutasi nel Mistero. Dunque, essa deve ordinarsi all’Impero universale in vera e autentica gerarchia civile, per la semente della stessa gerarchia sacerdotale di Pietro, per la semente, cioè, dell’Apostolato. La Chiesa dei battezzati in Cristo Gesù è il Corpo mistico dello stesso Cristo; e l’Impero civile è la veste inconsutile, il tessuto naturale di cui quello stesso corpo ha da vestirsi. La gerarchia sacerdotale, dal Papa, per i vescovi, fino all’ultimo parroco, è somiglianza della gerarchia celeste di luce; è somiglianza delle gerarchie angeliche sul mondo; e l’Impero civile ne è immagine; è quell’immagine concreta senza di cui la somiglianza, priva di un supporto su cui profilarsi, resterebbe pura astrazione».

Saggio attualissimo, in quanto le riflessioni mordiniane vertono su principi eterni, su archetipi che, peraltro, nessuna mistificazione antitradizionale potrà oscurare, o peggio sopprimere del tutto, innanzi alla coscienza del popolo di Dio.

Attilio Mordini è e rimarrà uno di quegli autori “ispirati” che testimoniano il vero, perché della Verità si sono fatti disinteressati araldi; ed attraverso di lui ed il suo esempio, sia intellettuale che di vita sofferta, a noi, che beneficiamo di tale testimonianza, rimane il preciso dovere di accoglierne l’invito ad agire: non tanto per cercare – vanamente – di impedire che il corso escatologico sancito da Dio non giunga al proprio inevitabile compimento, quanto piuttosto per evitare che il sopraggiungere di tale compimento ci colga impreparati ad accoglierlo.